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la signorina else

di arthur schnitzler

drammaturgia e regia Anna Zapparoli

scene e costumi di Beniamino Borciani

musiche di Mario Borciani

Il testo di Schnitzler tratta argomenti scabrosi e lo spettacolo contiene una breve scena di nudo integrale: pertanto sconsigliamo la visione ai minori di 14 anni non accompagnati

Una famiglia indebitata.
Una figlia bellissima.
Un ricco amico di famiglia che apprezza la bellezza.
Un affare molto semplice.
Non è il Sexgate: siamo all’inizio del Novecento, in un grande albergo nelle Dolomiti. Ma la storia è sempre quella.
Un pezzo di bravura per attrice sola che ci accompagna nel paesaggio dell’anima di Else, messa letteralmente a nudo dal genio di Arthur Schnitzler.

Un nudo annunciato. Un monologo interiore –  con qualche momento di dialogo che abbiamo scelto di far “raccontare” all’attrice-Else – che verte su una scelta: accettare le regole del gioco, note a tutti, e per un quarto d’ora lasciarsi guardare nuda da von Dorsday, il mercante d’arte che apprezza la bellezza, oppure l’exitus verso le fredde stelle che l’attendono fuori dal grande albergo?

La novella, datata 1923 ma purtroppo tristemente attuale, è scritta da un drammaturgo: e si sente. Else gioca a fare la sofisticata, ma, con i suoi candori e le sue passioni, è una bambina. E difatti, proprio per la sua straordinaria vividezza e carnalità,  fin da subito questo ritratto di donna così pienamente novecentesco dalla pagina scritta è stato “risucchiato” in palcoscenico, ponendosi come una sfida, un banco di prova per la bravura di un’attrice sola. 

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