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troppo brava

la storia di clara (e robert) schumann

Concerto racconto a cura di Mario Borciani

con la Dual Band

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La storia d’amore di Robert e Clara Schumann è lo specchio dell’Ottocento. Grande compositore lui, grande pianista lei; una passione ostacolata dalla gelosia e dalla luciferina freddezza del padre di lei, Friedrich Wieck, e coronata da un matrimonio fortissimamente voluto da entrambi contro tutto e tutti. Otto figli in tredici anni; e infine la tragica discesa di Robert nei meandri della follia, la sua morte, la vedovanza di Clara, che divenne, nella seconda metà del secolo, la musa e la messaggera per tutta Europa dei capolavori del marito.
Un grande amore, dunque: ma fu veramente così? I diari, che i due coniugi tennero congiuntamente, le lettere di Clara, le testimonianze indirette che filtrano dalla puritanissima società sassone, ci dicono che fu poco meno che un inferno. Clara non poteva studiare il pianoforte quando lui componeva (e lui componeva tutto il giorno): Clara non poteva andare in tournée, guadagnando quel che occorreva alla numerosissima famiglia, perché le donne non potevano viaggiare da sole, e Robert non accompagnava sua moglie perché si sentiva frustrato; infine, cosciente o no che fosse, Robert impediva a Clara di dare concerti mettendola ripetutamente incinta, lasciandosi prendere dalla malinconia e dall’alcol quando non lo era.
Nel colmo di questo inferno, mentre la mente di Robert scivolava nella follia, comparve e catturò l’affetto dei due coniugi un “eletto” (per dirla con Schumann): il giovanissimo Johannes Brahms. Nell’ultimo articolo che scrisse, Schumann diede voce all’ammirazione che Brahms suscitava in lui; ma, pochi giorni dopo averlo scritto, tentò di annegarsi nel Reno. Fu internato in manicomio, e due anni dopo, senza che Clara, che intanto viveva sotto lo stesso tetto con Johannes, fosse mai andata a trovarlo, si lasciò morire di inedia.

La Dual Band farà rivivere questa storia; con le musiche di Robert, Clara e Johannes suonate dal vivo.

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