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LA PASSIONE DI PORTA VITTORIA

VERSIONE URBANA DELLA PASSIONE SECONDO MATTEO DI JOHANN SEBASTIAN BACH

Produzione Dual Band

Progetto  di Beniamino Borciani

Regia di Anna Zapparoli

con formazione SATB e con la Dual Band

Direzione musicale e tastiera Mario Borciani

"Io non ho una chiesa dove meditare la Passione. E allora sono andata a vederla, sentirla e camminarci dentro, al Cielo sotto Milano. Mai avevo vissuto tanto a fondo la potenza di Bach e quella di una storia tanti familiare e tremenda, che mette in scena il Popolo (crucifige, crucifige!), il Potere (mi lavo le mani del sangue di questo giusto) e il divino (il morire calpestato e deriso, senza risentimento, mentre il cielo sorride nel canto del gallo - complimenti al violino). Seguendo la via crucis di chi passa, dietro un pianino sul carretto, nel canto dei discepoli migranti e infingardi, attraverso il passante e le sue voci stridenti di treni e ritardi e scioperi. Fino alla liberazione finale... che uno non s'inginocchia solo per pudore, o reuma impediente. La Dual Band miracolosamente moltiplicata per pane e vino e per suoni e per voci.

Non perdetevi quest'ora di arte vera, sconvolgente e quotidiana."

 

Roberta De Monticelli, filosofa

"Siamo nei riti della Settimana Santa. La Dual Band li ha anticipati con una Passione metropolitana nelle strade sotterranee del Passante di Porta Vittoria, attorno al loro Teatro. In formazione allargata cantano, suonano, recitano la Passione secondo Matteo di Bach, in tedesco. Vestiti come i passeggeri che incontrano, con zainetto e giacche a cappuccio, si scambiano le parti tra personaggi, Coro che partecipa all'azione, corali dei fedeli. L'hanno prosciugata tenendo le parti essenziali per il racconto e la coerenza musicale, concentrando l'orchestra in 2 strumenti; evidenziando la drammatica teatralità del testo, vissuta nei gesti, spostamenti, tumulto o interiorità estrema di cori e arie. Il pubblico cammina con loro, ha la possibilità di entrare dentro al rito, all'emozione sacrale, mentre rumore di arrivi, avvisi ai viaggiatori segnano l'ambiente, il quotidiano che preme. Alla morte di Gesù, compianto dal Coro, l'interprete corre via dalle scale d'uscita, con lo zainetto rosso (indossato a simbolo del mantello di Re) come un ragazzo d'oggi, uno straniero, un migrante. Ho documentato per frammenti, lunghi, ma a tre quarti il mio iPhone si è scaricato. Me ne scuso con gli artisti, e con chi mi segue. Ho potuto solo chiudere con una foto rubata. Ma l'anno prossimo la rifaranno."

Franca Cella su Facebook

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