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Adattamento teatrale di Anna Zapparoli

Musiche di Mario Borciani

Ombre di Alessandra Amicarelli

Maschere di Andrea Cavarra

Costumi di Susan Marshall

odissea
di omero

La storia più bella del mondo, il racconto di tutti i racconti, narrato in musica, maschere e ombre dalla Dual Band.

Saper raccontare bene una storia salva le vite. Lo sa bene Ulisse come lo sa Sheherazade come lo sanno tante altre e altri, principesse o contadini, che popolano la nostra anima di esseri umani.

Una storia di cantori uno dentro l’altro come strati di una cipolla: Omero per primo, il cantore che la leggenda vuole cieco, canta Demodoco, “il cantore che la Musa amava molto, ma un bene e un male gli dava: lo fece privo degli occhi e gli donò il dolce canto”. Poi sarà la volta di Ulisse stesso che si farà cantore della propria storia, e di cui Alcinoo dirà “tu hai una bellezza nelle parole, il tuo racconto l’hai fatto come un cantore, non come quei fabbricanti di false avventure. Fino all’Aurora io resterei ad ascoltarti”; e infine Femio, cantore nella reggia di Itaca, l’unico (insieme all’araldo) che Ulisse risparmierà nella strage finale: “sei già liberato e salvato, cantore armonioso, perché tu comprenda, e racconti anche agli altri.” Anche Zeus e Atena, coi loro siparietti comici che aprono e chiudono la vicenda, a metà tra spettatori e commedianti di varietà, potrebbero rivendicare un qualche diritto d’autore. E ultimi arriviamo noi, che vogliamo cantarla/raccontarla in rispettosa allegria come se fosse la prima volta, sperando di farla amare a chi viene dopo quanto l’amiamo noi.

 

“Appena Penelope l’ha riconosciuto, nel talamo riconquistato, Ulisse torna a raccontare dei Ciclopi, delle Sirene… non è forse l’Odissea il mito di ogni viaggio? Forse per Ulisse-Omero la distinzione menzogna-verità non esisteva, egli raccontava la stessa esperienza ora nel linguaggio del vissuto, ora nel linguaggio del mito, così come ancora per noi ogni nostro viaggio, piccolo o grande, è sempre Odissea.” Italo Calvino, Le Odissee nell’Odissea, 1983 (da Perché leggere i classici, Mondadori 1991)

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