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alice

who dreamed it?

dai libri di alice
di lewis carroll

Adattamento e regia di Anna Zapparoli

Scene e costumi di Barbara Petrecca

Musiche di Mario Borciani

Quando un libro per bambini è bello, non è solo per bambini: è per tutti, perché risveglia il bambino che è ancora in ognuno di noi. 

Perché Alice è eterna? Perché è una bambina allo stesso tempo indomita e curiosa, tenera e ragionevole. Alice sogna, ma perfino nel suo sogno riesce a mantenere un buonsenso tanto più solido in quanto affonda le proprie radici nel proverbiale umorismo degli inglesi.

Le apparizioni di sogno (il Bruco, il Gatto, il Cappellaio e tanti altri, sottolineate dalle visionarie scenografie di Barbara Petrecca e dagli effetti sonori di Mario Borciani) che le si fanno incontro -sulla scacchiera/mondo in cui lei sta giocando col ruolo di Pedone- sono spesso divertenti, non di rado sgradevoli, ma sempre illuminate dal lampo dell’assurdo: e lo spirito conciliante di Alice le permette di scendere a patti con ognuna di esse, preparando la bambina a diventare un adulto equilibrato, il Pedone a diventare Regina, e i mostri della notte a convivere utilmente con la realtà di ogni giorno, cavalcando quel crinale sottilissimo che separa - o unisce - angoscia e sense of humour , incubo e  filastrocche per l’infanzia.

 

A causa del perfetto bilinguismo dei due attori in scena, Benedetta e Beniamino Borciani, lo spettacolo è disponibile sia in italiano sia in inglese, consentendo a chi lo desidera di gustare la lingua raffinatissima e al tempo stesso deliziosamente semplice di Lewis Carroll, il professore di logica matematica tanto appassionato ai rovesciamenti di senso e ai giochi di parole, il padre di tutto il surrealismo inglese (e non solo), da Joyce ai Beatles, da Kafka a Oscar Wilde ai Monty Python.

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